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Le 5 regole per scrivere un buon curriculum in inglese


Vuoi lavorare in Inghilterra? Ecco qualche consiglio per non sbagliare inviando un CV all'Estero


Hai un buon livello di inglese e vuoi provare a cercare fortuna all’Estero?
 
Oppure pensi che sia solo l’esperienza fuori dai confini italiani ad insegnarti come si deve una lingua?
 
Comunque tu la pensi, per cercare lavoro in Inghilterra, o all’Estero avrai bisogno di un buon Curriculum Vitae stilato secondo gli usi del Paese in cui vuoi fare “Application”.
 
 
 
 
Ci sono delle differenze tra un curriculum che presenteresti in Italia e uno che dovresti presentare nel Regno Unito?
Gli inglesi, rispetto a noi, sono molto più concisi, i Curricula inglesi hanno quindi un aspetto grafico diverso e una lunghezza molto più limitata.
Un altro uso diverso dall’Italia è che non sempre è previsto allegare una foto al curriculum, anzi è ritenuta assolutamente non necessaria a meno che non venga espressamente richiesta per ottenere il lavoro.
 
Ma comunque è bene seguire alcune regole che, in generale, posso essere utili anche per una risposta ad una offerta di lavoro in Italia.
Ecco i nostri consigli su come scrivere un curriculum vitae per l’estero:
 
  1. “Less is more” - Essere Brevi: riassumere gli aspetti più importanti in poche pagine (2 foglia A4 sono più che sufficienti per un CV completo), riassumere anche il numero di esperienze vissute in un breve elenco che parli solo di ciò che può essere ritenuto utile da chi valuta il curriculum. È anche fondamentale, oltre al riassunto delle esperienze, andare subito dritti al punto. Non piacciono a nessuno i giri di parole, le vaghe frasi introduttive o le analisi inutilmente troppo dettagliate, per cui ti consigliamo di evitare perifrasi o frasi generiche con scarso significato che rischiano di far perdere l’interesse al lettore.  
  2. Non far perdere tempo a chi legge: è molto utile evitare di scrivere esperienze che, per quanto possano essere state significative e importanti, non rientrano tra gli interessi dei recruiter. È altresì fondamentale per ogni esperienza lavorativa o di formazione aggiungere poche righe che riassumano il ruolo svolto all’interno della società (aiutano molto espressioni che evidenziano il tuo ruolo di responsabilità e impegno in azienda e uno stile molto positivo nell’esposizione)
  3. Racchiudere nella prima pagina le informazioni fondamentali partendo dalle info personali  incluse nazionalità e provenienza e dati di contatto (è necessario che chi esamini il CV sappia dove e come trovarti subito), seguiranno esperienze lavorative e formazione in ordine cronologico a partire dal più recente.
  4. Controllare l’equipollenza delle qualifiche e l’equivalenza dei titoli in inglese scrivendone la corretta denominazione: High School diploma, Degree, Master, Doctorate. L’istruzione italiana e quella dei diversi paesi UE - e non - è, ovviamente, differente in numero e divisione degli anni di studio nei diversi cicli, per cui è bene far capire in cosa ti sei specializzato durante gli studi e a quale livello equivale il tuo titolo di studio nel Paese straniero.
  5. Inserire un “Personal statement”: una sorta di mini paragrafo di presentazione, come se fosse uno spot promozionale. Ovviamente si tratterebbe di una sezione un po’ più “libera” all’interno della quale è possibile aggiungere un qualche elemento di originalità in modo da accendere subito l’attenzione dell’esaminatore (aggiungere qualche elemento meno classico dai soliti curricula è sempre un ottimo metodo per rimanere impresso nella memoria)
Una volta stilato il curriculum secondo queste direttive, non dimenticare di rileggerlo più e più volte!
Per quanto possa sembrare una pratica banale addirittura da dover consigliare, in realtà è molto utile rivedere quanto scritto per poter correggere forma, contenuti e soprattutto grammatica.
Potrebbe anche tornare utile qualche correzione da un madrelingua inglese oppure da un buon insegnante: non vorresti mai che sia proprio un errore grammaticale ad essere causa dello scarto del tuo curriculum o che un termine risulti essere troppo colloquiale e non abbastanza “professionale” per essere considerato all’altezza.
 
Assolutamente necessario è anche indicare le Abilità linguistiche possedute e soprattutto essere in grado di poterne dimostrare l’uso e il livello dichiarato sul CV quando sarà il momento di fare il colloquio.
Sembra quasi inutile dirlo: per saper parlare l’inglese bisogna costantemente praticarlo (e studiarlo)!

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Notizia pubblicata in data : 10 Settembre 2019